Nel cinema contemporaneo, la figura della showgirl è spesso associata a immagini di glamour, seduzione e spettacolo. Ma cosa accade quando le luci si spengono e il tempo inizia a lasciare il segno? “The Last Showgirl”, diretto da Gia Coppola, affronta con sensibilità e profondità il tema dell’invecchiamento nel mondo dello spettacolo, raccontando la storia di una donna che deve reinventarsi in un ambiente che non le concede più spazio.
Presentato al Festival di San Sebastián 2024, il film è stato accolto con grande entusiasmo per il suo sguardo intimo e malinconico, sorretto da un’interpretazione straordinaria di Pamela Anderson, qui in uno dei ruoli più complessi della sua carriera.
Una protagonista in cerca di una nuova identità
La storia segue Veronica Lane, una ex ballerina di Las Vegas che, dopo decenni passati sotto i riflettori, si trova costretta a fare i conti con il declino della sua carriera. Lontana dall’essere una star del passato rassegnata, Veronica è ancora una donna piena di energia, talento e passione, ma la società sembra aver già deciso per lei: il mondo dello spettacolo non ha più bisogno di una showgirl che ha superato i cinquanta.
Dopo essere stata sostituita da ballerine più giovani in quello che per anni è stato il suo locale di riferimento, Veronica si ritrova a dover ripensare il proprio futuro. Tornare in scena è quasi impossibile, e il tempo della grande bellezza sembra ormai alle spalle. Ma la protagonista non è disposta a sparire nell’ombra senza combattere.
Nel tentativo di reinventarsi, Veronica esplora nuove possibilità: dall’insegnamento alla regia di spettacoli per giovani ballerine, fino alla ricerca di uno spazio in un mondo dello spettacolo che sembra sempre più veloce e spietato.
La sua storia diventa così un racconto di resistenza e autodeterminazione, in cui il corpo non è solo uno strumento di seduzione, ma un archivio vivente di esperienza, fatica e memoria.
Uno sguardo sul mondo dello spettacolo e sull’età che avanza
The Last Showgirl si inserisce in un filone cinematografico che affronta il difficile rapporto tra il tempo che passa e l’industria dell’intrattenimento, un tema già esplorato in opere come Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewicz, Viale del Tramonto di Billy Wilder o The Wrestler di Darren Aronofsky.
Coppola costruisce un racconto che non indulge nel vittimismo, ma che mostra la durezza di un’industria in cui il valore di una persona è spesso misurato solo in termini di giovinezza e apparenza.
Il film riflette sul modo in cui la società tratta le donne che invecchiano, in particolare quelle che hanno costruito la propria carriera sulla fisicità e sulla presenza scenica. Veronica, con il suo portamento elegante e la sua voglia di rimanere attiva, è un simbolo di una generazione di donne che si rifiutano di essere messe da parte solo perché non corrispondono più a un certo ideale estetico.
La regia di Gia Coppola: tra nostalgia e modernità
Con The Last Showgirl, Gia Coppola dimostra ancora una volta il suo talento nel raccontare storie di donne forti e complesse, con uno stile che unisce realismo e lirismo visivo.
La regista utilizza una fotografia calda e avvolgente, con luci soffuse che esaltano la bellezza di Veronica senza nasconderne le rughe o le imperfezioni. I flashback degli anni d’oro della protagonista sono girati con colori saturi e inquadrature dinamiche, in contrasto con la realtà più spoglia e cruda del presente.
La narrazione alterna momenti di riflessione interiore a scene in cui il corpo di Veronica torna protagonista: nei passi di danza che ancora conosce alla perfezione, negli sguardi di chi la osserva con ammirazione o diffidenza, nel modo in cui si muove in un mondo che sembra volerla dimenticare.
Coppola costruisce così un racconto che è un tributo alla resilienza femminile, ma anche una critica sottile a un’industria che celebra le donne solo fino a quando rispondono a determinati standard.
Pamela Anderson: un’interpretazione sorprendente
La scelta di Pamela Anderson come protagonista si rivela perfetta e simbolica.
Divenuta un’icona negli anni ‘90 grazie a Baywatch, Anderson è stata spesso ridotta a un’immagine stereotipata di bellezza e sensualità. Negli ultimi anni, tuttavia, ha intrapreso un percorso di riscoperta personale e artistica, culminato con questo ruolo che sembra scritto apposta per lei.
La sua interpretazione è di una delicatezza e intensità straordinarie: Veronica non è una diva capricciosa né una vittima, ma una donna che si muove con dignità e ironia tra le difficoltà della vita. Anderson porta sullo schermo una vulnerabilità autentica, dando al personaggio una profondità che va ben oltre l’apparenza.
La sua performance ha ricevuto recensioni entusiastiche, con molti critici che l’hanno definita “la migliore della sua carriera”.
Accoglienza e impatto culturale
Presentato in anteprima al Festival di San Sebastián, The Last Showgirl ha ricevuto una standing ovation e recensioni molto positive.
Critici come Peter Bradshaw di The Guardian hanno elogiato il film come “un ritratto malinconico e affascinante di una donna che lotta per la sua identità”, mentre Variety ha sottolineato come la regia di Coppola e l’interpretazione di Anderson abbiano trasformato una storia intima in una riflessione universale sulla condizione femminile nel mondo dello spettacolo.
Il film ha anche aperto un dibattito su come l’industria cinematografica e televisiva rappresenti le donne over 50, un tema che negli ultimi anni è stato al centro di movimenti di protesta contro il sessismo e l’ageismo a Hollywood.
Un film di rara sensibilità e forza
The Last Showgirl non è solo un film su una ex ballerina che cerca di reinventarsi. È un’opera sulla dignità, sulla memoria del corpo e sulla lotta contro un sistema che impone standard irrealistici e crudeli.
Con una regia raffinata e una protagonista indimenticabile, Gia Coppola firma uno dei film più toccanti e significativi dell’anno, offrendo al pubblico un ritratto femminile di rara potenza e umanità.
Pamela Anderson, con questa performance straordinaria, si riappropria della propria immagine e della propria carriera, dimostrando che il talento e il carisma non hanno età.
Un film che parla a tutte le donne che si sono sentite messe da parte, ma che continuano a lottare per affermare la propria voce.