I gatti nel cinema del Novecento

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Nel corso del XX secolo, i gatti hanno assunto ruoli iconici nel cinema, sia in produzioni live-action che animate. La loro presenza ha arricchito trame, aggiunto profondità ai personaggi e spesso simboleggiato mistero, eleganza o indipendenza. Ecco una selezione di film del ‘900 in cui i felini sono protagonisti indimenticabili.

Il gatto (Colazione da Tiffany, 1961)

In Colazione da Tiffany, diretto da Blake Edwards, il gatto senza nome, chiamato semplicemente “Gatto”, è il compagno della protagonista Holly Golightly, interpretata da Audrey Hepburn. Questo felino rosso simboleggia la natura libera e non convenzionale di Holly. La scena finale, in cui la protagonista cerca disperatamente “Gatto” sotto la pioggia, rappresenta un momento cruciale di consapevolezza e cambiamento per il personaggio. Il ruolo di “Gatto” è stato interpretato da Orangey, un felino che ha vinto due volte il Patsy Award, l’equivalente dell’Oscar per gli animali attori.

Lo Stregatto (Alice nel Paese delle Meraviglie, 1951)

Nel classico d’animazione Disney Alice nel Paese delle Meraviglie, lo Stregatto è una creatura enigmatica e affascinante che appare e scompare a suo piacimento, guidando e confondendo Alice nel suo viaggio. Con il suo sorriso enigmatico e la capacità di svanire lasciando solo il ghigno sospeso nell’aria, lo Stregatto incarna l’assurdità e il mistero del Paese delle Meraviglie. La sua rappresentazione ha influenzato numerose reinterpretazioni del personaggio nel corso degli anni, rendendolo una delle figure più iconiche del cinema d’animazione.

Gli Aristogatti (1970)

Gli Aristogatti è un film d’animazione Disney ambientato nella Parigi del 1910. La storia segue Duchessa, una raffinata gatta di proprietà di una ricca nobildonna, e i suoi tre cuccioli, Minou, Bizet e Matisse. Dopo essere stati rapiti dall’invidioso maggiordomo Edgar, i felini trovano aiuto in Romeo, un affascinante gatto randagio di strada. Il film celebra il mondo felino con un mix di eleganza e spirito ribelle, accompagnato dalla colonna sonora jazz e dalla celebre canzone Tutti quanti voglion fare jazz.

Il Gatto e il Canarino (1927)

Uno dei primi film horror a includere un gatto come elemento narrativo chiave è Il Gatto e il Canarino, diretto da Paul Leni. Questo film muto, un classico del genere gotico, segue le vicende di un gruppo di persone chiuse in una casa infestata, dove un misterioso assassino si aggira nell’ombra. Un gatto nero appare ripetutamente nelle scene più spaventose, amplificando l’atmosfera di tensione e mistero. Il film ha influenzato numerosi horror successivi, consolidando l’associazione tra gatti e ambientazioni inquietanti nel cinema.

Il Gatto (Il Gatto, 1977)

Nel cinema italiano, Il Gatto di Luigi Comencini rappresenta una rara incursione della commedia gialla nel mondo felino. Interpretato da Ugo Tognazzi e Mariangela Melato, il film segue le vicende di due fratelli che cercano di sfrattare gli inquilini del loro palazzo per costruire un moderno edificio. Tuttavia, il loro piano è ostacolato da un gatto nero, che diventa il simbolo della resistenza e della giustizia. Con un tono ironico e una critica alla speculazione edilizia, il film è un esempio brillante di come il cinema italiano abbia saputo mescolare generi e temi sociali.

I gatti hanno avuto un ruolo significativo nella storia del cinema del ‘900, attraversando generi che vanno dalla commedia all’horror, dall’animazione al noir. Il loro fascino misterioso e il loro comportamento indipendente li hanno resi protagonisti perfetti per raccontare storie di eleganza, avventura e magia. Anche nel cinema contemporaneo, i gatti continuano a essere amati e rappresentati, mantenendo vivo il loro status di icone cinematografiche.

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