Novecento: Il secolo delle grandi guerre nei 10 film che ne hanno fatto la storia

14 Min Read

Il Novecento è stato un secolo segnato dai più devastanti conflitti della storia dell’umanità, dalle guerre Mondiali fino alla Guerra Fredda, al Vietnam e alla Guerra di Corea, il cinema ha raccontato questi eventi con sguardi differenti: alcuni film hanno denunciato l’assurdità della guerra, altri ne hanno esplorato l’eroismo, la sofferenza umana o le strategie militari. Attraverso dieci capolavori, analizziamo come il cinema ha rappresentato la guerra nel XX secolo, lasciando un segno indelebile nella cultura e nella memoria collettiva.

1. Orizzonti di gloria (1957) – Stanley Kubrick

Tra i più feroci atti d’accusa contro la guerra, Orizzonti di gloria racconta la Prima Guerra Mondiale attraverso gli occhi di un ufficiale francese, interpretato da Kirk Douglas, che cerca di impedire la condanna a morte di tre soldati accusati ingiustamente di codardia. Kubrick filma le trincee con lunghe carrellate, restituendo il senso di oppressione e il caos del conflitto. Il film denuncia il cinismo dei comandi militari, evidenziando come i soldati siano spesso pedine sacrificabili per il prestigio dell’alto comando. La scena finale, con i soldati che ascoltano in silenzio una canzone cantata da una prigioniera tedesca, è uno dei momenti più commoventi della storia del cinema. Bandito in Francia per molti anni a causa del suo messaggio antimilitarista, il film è oggi considerato un capolavoro assoluto.

2. Il grande uno rosso (1980) – Samuel Fuller

Basato sulle esperienze personali del regista Samuel Fuller durante la Seconda Guerra Mondiale, Il grande uno rosso segue un gruppo di soldati della Prima Divisione di Fanteria americana dalla campagna d’Africa fino alla liberazione dei campi di concentramento. A differenza di molti film bellici, qui non ci sono eroi perfetti, ma uomini comuni che cercano solo di sopravvivere. Il sergente interpretato da Lee Marvin è un leader burbero e disincantato, il cui unico scopo è portare i suoi uomini a casa vivi. Fuller evita qualsiasi glorificazione della guerra, mostrando il conflitto per quello che è: un inferno in cui la morte diventa routine. Lontano dalle grandi produzioni hollywoodiane, Il grande uno rosso è un film realistico e crudo, che offre una delle rappresentazioni più autentiche della vita al fronte.

3. Salvate il soldato Ryan (1998) – Steven Spielberg

Considerato una delle più realistiche rappresentazioni della Seconda Guerra Mondiale, Salvate il soldato Ryan ha ridefinito il genere bellico con una regia immersiva e uno stile quasi documentaristico. La scena dello sbarco in Normandia, girata con camera a mano e colori desaturati, è tra le più intense e scioccanti della storia del cinema. Spielberg costruisce un film sull’etica della guerra, seguendo un gruppo di soldati guidati dal capitano Miller (Tom Hanks) che deve trovare e riportare a casa un paracadutista, unico superstite di quattro fratelli. La pellicola esplora il senso del dovere, il sacrificio e il valore della vita umana, mettendo lo spettatore di fronte alla brutalità della guerra senza filtri retorici. Vincitore di cinque Oscar, tra cui miglior regia, Salvate il soldato Ryan ha avuto un impatto enorme sulla cultura popolare, influenzando anche il linguaggio visivo di videogiochi e altri film di guerra.

4. La battaglia di Algeri (1966) – Gillo Pontecorvo

Uno dei film di guerra più rivoluzionari del Novecento, La battaglia di Algeri racconta con uno stile quasi documentaristico il conflitto tra le forze coloniali francesi e i militanti del Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) durante la Guerra d’Algeria (1954-1962). Gillo Pontecorvo utilizza attori non professionisti e una fotografia in bianco e nero per aumentare il realismo, immergendo lo spettatore nel caos delle strade di Algeri, tra attentati, rastrellamenti e guerriglia urbana.

Ciò che rende il film straordinario è il suo sguardo imparziale: Pontecorvo non glorifica né demonizza nessuna delle due parti, mostrando sia la brutalità del terrorismo dell’FLN sia la repressione spietata dell’esercito francese. Il colonnello Mathieu (Jean Martin), ispirato a figure reali dell’intelligence militare francese, rappresenta l’efficacia spietata del potere coloniale, mentre Ali La Pointe incarna la disperata resistenza del popolo algerino.

La colonna sonora di Ennio Morricone amplifica il senso di tensione e tragedia. La battaglia di Algeri fu censurato in Francia per anni a causa della sua rappresentazione cruda della guerra coloniale, ma è diventato un film di riferimento per comprendere i conflitti di liberazione nazionale e la nascita del terrorismo moderno. Ancora oggi, viene studiato nelle accademie militari per il suo realismo nella rappresentazione della guerriglia urbana.

5. Apocalypse Now (1979) – Francis Ford Coppola

Basato su Cuore di tenebra di Joseph Conrad, Apocalypse Now trasforma la guerra del Vietnam in un viaggio allucinato nella follia umana. Il capitano Willard (Martin Sheen) risale il fiume per uccidere il colonnello Kurtz (Marlon Brando), un tempo rispettato ufficiale, ora divenuto un leader megalomane e brutale. Coppola utilizza il Vietnam come metafora della perdita di moralità, mescolando realismo e visioni surreali. Il film è celebre per la sua travagliata produzione e per scene iconiche come l’attacco degli elicotteri sulle note di La cavalcata delle valchirie. Apocalypse Now non è solo un film di guerra, ma un’esplorazione dell’orrore e della degenerazione dell’uomo.

6. Full Metal Jacket (1987) – Stanley Kubrick

Diviso in due atti distinti, Full Metal Jacket mostra prima l’addestramento disumanizzante dei marines e poi la loro esperienza in Vietnam. Kubrick denuncia il processo di annullamento dell’individualità dei soldati, con il sergente Hartman (R. Lee Ermey) che trasforma i giovani in macchine da guerra prive di emozioni. La seconda parte, ambientata a Hue durante l’offensiva del Tet, mostra il caos e l’insensatezza del conflitto. Kubrick realizza un’opera fredda e spietata, senza eroi né retorica patriottica.

7. La sottile linea rossa (1998) – Terrence Malick

Diverso da qualsiasi altro film di guerra, La sottile linea rossa di Terrence Malick è un’opera filosofica e contemplativa che esplora la battaglia di Guadalcanal nella Seconda Guerra Mondiale. Mentre la maggior parte dei film bellici si concentra sull’azione e sul realismo crudo, Malick utilizza la guerra come sfondo per una meditazione sulla natura umana, sul rapporto tra uomo e natura e sul significato stesso della vita.

Visivamente straordinario, il film è caratterizzato da immagini liriche della natura incontaminata che fanno da contrasto alla violenza del conflitto. I soldati, invece di essere ritratti come eroi o vittime, sono mostrati come esseri umani pieni di dubbi e paure, persi in un mondo caotico che non riescono a comprendere. Il cast stellare, che include Sean Penn, Jim Caviezel, Nick Nolte e John Cusack, contribuisce a creare un mosaico di esperienze individuali che si intrecciano nella più ampia tragedia della guerra.

La colonna sonora di Hans Zimmer amplifica il senso di meraviglia e tragedia, rendendo il film un’esperienza sensoriale e intellettuale unica. La sottile linea rossa non è solo un film di guerra, ma una riflessione profonda sull’esistenza, sul destino e sulla fragilità dell’uomo di fronte alla distruzione. È uno dei più grandi esempi di come il cinema possa trascendere il genere bellico per trasformarsi in pura poesia visiva.

8. Il giorno più lungo (1962) – Ken Annakin, Andrew Marton e Bernhard Wicki

Il giorno più lungo è una delle più ambiziose ricostruzioni cinematografiche della Seconda Guerra Mondiale, raccontando lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944 da una prospettiva corale. Il film, diretto da tre registi per coprire i vari fronti dell’operazione, segue gli eventi dal punto di vista degli Alleati e dei tedeschi, offrendo un resoconto dettagliato di uno dei momenti chiave del conflitto.

Girato in bianco e nero per aumentare il realismo, il film si distingue per il suo approccio documentaristico e per l’attenzione maniacale ai dettagli storici. Il cast stellare include John Wayne, Henry Fonda, Sean Connery e Richard Burton, che interpretano personaggi realmente esistiti, rendendo la narrazione ancora più autentica. Le scene di battaglia, pur non avendo la crudezza visiva di film successivi come Salvate il soldato Ryan, riescono comunque a trasmettere la tensione e la complessità dell’operazione Overlord.

Uno degli aspetti più innovativi del film è l’uso delle lingue originali: i soldati tedeschi parlano in tedesco, i francesi in francese, aggiungendo un ulteriore livello di autenticità. Il giorno più lungo è un’opera monumentale che non solo racconta un evento storico cruciale, ma celebra il coraggio di coloro che hanno combattuto per la liberazione dell’Europa. Ancora oggi, rimane uno dei migliori film sulla Seconda Guerra Mondiale, capace di bilanciare spettacolarità e rigore storico.

9. Uomini contro (1970) – Francesco Rosi

Tra i più importanti film antimilitaristi del cinema italiano, Uomini contro di Francesco Rosi è una feroce denuncia della Prima Guerra Mondiale e dell’incompetenza degli alti comandi. Basato sul romanzo Un anno sull’altopiano di Emilio Lussu, il film racconta le assurde strategie militari che portarono alla morte migliaia di soldati italiani nelle trincee.

A differenza di altri film di guerra che esaltano il sacrificio o il patriottismo, Uomini contro smonta completamente la retorica bellica, mostrando come la guerra sia spesso guidata da decisioni insensate e crudeli. La figura del tenente Ottolenghi, interpretato da Gian Maria Volonté, incarna il soldato consapevole dell’inutilità del conflitto, costretto a obbedire a ordini suicidi impartiti da ufficiali arroganti e distaccati dalla realtà del fronte.

La regia di Rosi è asciutta e incisiva, con una fotografia che esalta il paesaggio arido e desolato delle montagne italiane, trasformandole in un simbolo della prigionia fisica e psicologica dei soldati. La scena dell’assalto alla baionetta, un massacro annunciato, è tra le più forti del cinema antimilitarista. Uomini contro è un film che non lascia spazio a illusioni eroiche, ma invita lo spettatore a riflettere sulle dinamiche del potere e sul prezzo della guerra, rimanendo ancora oggi un’opera di straordinaria attualità.

10. Schindler’s List (1993) – Steven Spielberg

Sebbene non sia un film di guerra nel senso tradizionale, Schindler’s List è una delle opere più potenti mai realizzate sull’Olocausto e sugli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Steven Spielberg racconta la vera storia di Oskar Schindler (Liam Neeson), un industriale tedesco inizialmente motivato dal profitto, che finisce per salvare più di 1.100 ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti.

Girato in un bianco e nero evocativo, il film utilizza uno stile visivo che richiama i documentari dell’epoca, aumentando il senso di autenticità. L’uso simbolico del colore è magistrale: la bambina con il cappotto rosso, unica figura colorata nel film, diventa il simbolo dell’innocenza perduta e della brutalità del genocidio.

Ralph Fiennes offre un’interpretazione agghiacciante nel ruolo di Amon Goeth, il sadico comandante del campo di Plaszow, incarnazione del male assoluto. Il film non cerca di spettacolarizzare la tragedia, ma la racconta con un realismo spietato, alternando momenti di devastante crudeltà a gesti di straordinaria umanità.

Vincitore di sette Oscar, Schindler’s List non è solo un capolavoro cinematografico, ma un documento essenziale sulla memoria storica. Ancora oggi viene utilizzato nelle scuole per educare le nuove generazioni sull’Olocausto, dimostrando il potere del cinema come strumento di testimonianza e consapevolezza.

Share This Article
1 Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Impressive Mobile First Website Builder
Ready for Core Web Vitals, Support for Elementor, With 1000+ Options Allows to Create Any Imaginable Website. It is the Perfect Choice for Professional Publishers.